I Presidi delle scuole italiane giocano d’anticipo sul tema delle “Occupazioni” lanciando idee alternative. I dettagli.
Ogni anno, si sa, durante questo periodo partono, nelle scuole, le “Occupazioni”: gli studenti protestano per i più disparati motivi, creando non pochi disagi e, a volte, danni non indifferenti. Stando ad alcuni dati recentemente diffusi, il costo delle Occupazioni, nelle scuole, sarebbe di 1000 Euro a classe, sempre senza considerare gli eventuali danni di cui sopra. Sono proprio i Presidi, a conti fatti, a lanciare idee alternative per gli studenti che vogliono, come da loro diritto, manifestare.
Ecco che, quindi, si aprono le porte a nuovi “spazi di confronto” che non contrastino con l’attività scolastica: certo, le lezioni proseguono normalmente, ma si resta di più a scuola per confrontarsi e “partorire” idee utili ad una giusta e “fruttuosa” protesta, che non resti fine a se stessa. In questo modo, inoltre, si eviterebbero i danni da manifestazioni violente.
Altri Presidi, invece, se ne infischiano del dialogo ed usano la line dura: sanzioni pecuniarie e sgomberi da parte delle Forze dell’Ordine contro chi occupa i plessi scolastici, interrompendo il pubblico servizio. Inutile dire che, in questo caso, si finirebbe solo con l’ottenere la reazione contraria degli studenti, anche perché non è reprimendo che si risolvono i problemi.
Gli studenti restano, tuttavia, titubanti sull’argomento: da che parte state? A voi i commenti!